Rigetto di rene trapiantato: prevenzione con Sirolimus


Rapamune è un medicinale contenente il principio attivo Sirolimus, che trova indicazione nella prevenzione del rigetto di un rene trapiantato di recente nei pazienti adulti ( di età pari o superiore a 18 anni ), con rischio di rigetto da basso a moderato.
L’uso di Rapamune è raccomandato in associazione a Ciclosporina e corticosteroidi per un periodo da 2 a 3 mesi. Trascorso questo periodo, Rapamune può essere usato nella terapia di mantenimento in associazione a corticosteroidi, ma solo a condizione di poter interrompere il trattamento con Ciclosporina.

Rapamune è disponibile in soluzione orale ( 1 mg/ml ) e in compresse triangolari ( marrone chiaro: 0.5 mg; bianche: 1 mg; gialle: 2 mg ).

Il trattamento con Rapamune deve essere avviato e successivamente gestito da un medico specializzato in trapianti. Rapamune va somministrato con una dose iniziale di 6 mg quanto prima dopo il trapianto, seguita da una dose di 2 mg una volta al giorno per 2-3 mesi. È necessario monitorare i livelli di Sirolimus nel sangue del paziente, adattando la dose di Rapamune in modo da ottenere livelli adeguati di Sirolimus ( da 4 a 12 ng/ml ).
Rapamune va assunto 4 ore dopo ogni dose di Ciclosporina. L’assunzione di Rapamune deve essere regolare, con o senza cibo.
Trascorso tale periodo, Rapamune può essere usato come terapia di mantenimento nei pazienti che possono sospendere la Ciclosporina. In questi casi la dose di Ciclosporina va eliminata progressivamente nell’arco di 4-8 settimane, mentre la dose di Rapamune va aumentata fino a ottenere livelli ematici di Sirolimus pari a circa 12-20 ng/ml. In media la dose di Rapamune deve essere quadruplicata.

Il principio attivo contenuto in Rapamune, Sirolimus, è un agente immunosoppressore. Agisce bloccando una proteina detta bersaglio della rapamicina nei mammiferi ( mTOR ). All’interno dell’organismo, Sirolimus si lega a una proteina presente nelle cellule e produce un complesso che blocca la proteina mTOR. Dato che mTOR è implicata nella moltiplicazione dei linfociti T attivati, Rapamune riduce il numero di queste cellule e quindi il rischio di rigetto.

Rapamune è stato oggetto di due studi principali su un totale di 1.295 pazienti sottoposti a trapianto di rene, con rischio di rigetto da basso a moderato.
Il primo studio ha posto a confronto Rapamune soluzione orale con Azatioprina ( un altro medicinale antirigetto ) in 719 pazienti, mentre il secondo lo ha confrontato con placebo in 576 pazienti. I medicinali sono stati usati in aggiunta a Ciclosporina e corticosteroidi. L’efficacia è stata misurata osservando il numero di trattamenti non riusciti ( per rigetto o perdita del nuovo rene o decesso ) a distanza di 6 mesi.

Due studi hanno esaminato Rapamune quale terapia di mantenimento per un massimo di 5 anni su un totale di 765 pazienti che avevano risposto a un trattamento iniziale di 2-3 mesi e che avevano potuto interrompere la dose di Ciclosporina.
Un altro studio ha confrontato la capacità della soluzione orale e delle compresse di prevenire il rigetto.

Rapamune si è rivelato più efficace del placebo e dell’Azatioprina nell’uso combinato con Ciclosporina e corticosteroidi. Nel primo studio, il 19% dei pazienti ( 53 su 284 ) per i quali era stato aggiunto Rapamune ha fallito il trattamento dopo 6 mesi, rispetto al 32% dei pazienti ( 52 su 161 ) per i quali era stata aggiunta l’Azatioprina.
Nel secondo studio, il 30% dei pazienti ( 68 su 277 ) per i quali era stato aggiunto Rapamune ha fallito il trattamento, a fronte del 48% dei pazienti ( 62 su 130 ) per i quali era stato aggiunto il placebo.
Gli studi sull’uso come terapia di mantenimento hanno mostrato che la cura di lungo periodo con Rapamune era efficace nel contribuire alla sopravvivenza del nuovo rene, portando a un miglioramento della sua funzionalità e della pressione sanguigna con la sospensione del trattamento con Ciclosporina.
L’altro studio ha mostrato che la soluzione orale e le compresse avevano pari efficacia nella prevenzione del rigetto.

Gli effetti indesiderati più comuni associati a Rapamune ( osservati in più di 1 paziente su 10 ) sono infezione del tratto urinario, trombocitopenia, anemia, ipopotassiemia, ipofosfatemia, ipercolesterolemia, iperglicemia, ipertrigliceridemia, mal di testa, linfocele ( accumulo di liquidi attorno al rene ), ipertensione, dolore addominale, diarrea, stitichezza, nausea, acne, artralgia, edema periferico, piressia, dolori, aumento della lattato deidrogenasi nel sangue ( indice della distruzione dei tessuti ) e aumento dei livelli ematici di creatinina ( un marcatore di problemi renali ).
Riducendo l’attività del sistema immunitario, Rapamune può inoltre far aumentare il rischio di insorgenza di tumori, in particolare di linfomi e tumore della pelle.
Rapamune non deve essere somministrato ai soggetti che potrebbero essere ipersensibili ( allergici ) a Sirolimus o a uno qualsiasi degli altri componenti. I pazienti allergici alle arachidi o alla soia non devono assumere Rapamune soluzione orale in quanto la soluzione contiene olio di soia. ( Xagena_2011 )

Fonte: EMA, 2011



Link: MedicinaNews.it

Nefro2011 Chiru2011 Farma2011

XagenaFarmaci_2011