Cardiochirurgia: maggior rischio di mortalità con l’impiego dell’Aprotinina


L’Aprotinina ( Trasylol ) è un inibitore delle proteasi che agisce sulla plasmina e sulla callidinogenasi.
E’ stata introdotta sul mercato con l’obiettivo di ridurre la perdita ematica e la necessità di trasfusioni di sangue nei pazienti sottoposti a bypass aorto-coronarico.

Uno studio canadese ha mostrato che l’Aprotinina è associata ad un aumento del 50% del rischio relativo di morte.
Lo studio ha mostrato che quasi il 6% dei pazienti trattati con Aprotinina è morto entro 30 giorni dall’intervento chirurgico, contro il 4% dei pazienti che hanno ricevuto Acido Tranexamico ( Tranex ) o Acido Aminocaproico ( Caprolisin ).

Lo studio BART ( Blood Conservation using Antifibrinolytics in a Randomized Trial ) ha coinvolto più di 2000 pazienti sottoposti ad un intervento cardiochirurgico in più di 19 Centri in Canada.

Lo studio BART era stato prematuramente interrotto dallo Steering Committee nell’ottobre 2007, dopo che un indipendente Data Safety and Monitoring Board aveva individuato un trend verso un’aumentata incidenza di mortalità in un braccio dello studio.

I risultati finali dello studio hanno mostrato che sebbene l’Aprotinina appaia ridurre alcune conseguenze del sanguinamento massivo, tra cui la necessità di ripetere l’intervento chirurgico, questi benefici sono inferiori ai rischi.
L’analisi ha mostrato che l’aumentata mortalità associata all’Aprotinina era correlata a complicanze cardiache. ( Xagena_2008 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2008



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XagenaFarmaci_2008