Aquilda nell’iponatriemia diluizionale euvolemica e ipervolemica: ritirata la domanda di commercializzazione


Il 23 maggio 2008 Sanofi-Aventis ha notificato ufficialmente al CHMP ( Comitato per i medicinali per uso umano ) che intende ritirare la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio di Aquilda per il trattamento dell’iponatriemia diluizionale euvolemica e ipervolemica.

Aquilda, un farmaco contenente il principio attivo Satavaptan, avrebbe dovuto essere impiegato nei pazienti con iponatriemia ( livelli molto bassi di sodio nel Sangue ).
L’iponatriemia può causare sintomi come mal di testa, confusione e abbassamento dei livelli di coscienza.
Aquilda avrebbe dovuto essere usato su due gruppi di pazienti:

• pazienti euvolemici ( nei quali cioè la quantità di acqua nell’organismo è normale );

• pazienti ipervolemici ( nei quali cioè la quantità di acqua nell’organismo è superiore al normale ). Di norma tali pazienti soffrono di ritenzione idrica, come edema ( gonfiore ) o ascite ( accumulo di liquidi nell’addome ).

Il principio attivo di Aquilda, il Satavaptan, è un antagonista del recettore V2 della vasopressina. Ciò significa che blocca un tipo di recettori ai quali la vasopressina, un ormone, normalmente si lega.
La vasopressina, nota anche come ormone antidiuretico ( ADH ), stimola i reni a secernere sali tra i quali il sodio e a ridurre la produzione di urina. Bloccando il recettore V2 della vasopressina, Aquilda avrebbe dovuto impedire alla vasopressina di agire sulla ritenzione idrica. Ciò avrebbe portato ad un aumento dei livelli di sodio e ad una riduzione della quantità di acqua nell’organismo aumentando la produzione di urina, il che avrebbe contribuito a ridurre i sintomi dell’iponatriemia.

Sanofi-Aventis ha presentato i risultati di due studi condotti su un totale di 112 pazienti euvolemici con sindrome da inappropriata secrezione di ADH ( SIADH ), nonché i risultati di tre studi su pazienti ipervolemici:

• due studi condotti su pazienti con iponatriemia collegata a cirrosi, per un totale di 250 soggetti di cui 73 partecipavano ad entrambi gli studi;

• uno studio condotto su 118 pazienti con iponatriemia collegata a insufficienza cardiaca congestizia.

Tutti e tre gli studi hanno confrontato l’efficacia di Aquilda rispetto al placebo. In tutti gli studi il parametro dell’efficacia era costituito dall’effetto di Aquilda sui livelli ematici del sodio. Uno degli studi sui pazienti ipervolemici ha inoltre osservato le variazioni del peso corporeo.

Sanofi-Aventis ha ritirato la domanda quando questa si trovava al giorno 174. Il CHMP stava valutando le risposte fornite dalla ditta ad una serie di domande. Il CHMP normalmente impiega fino a 210 giorni per valutare una nuova domanda.
Sulla base dell’esame della documentazione iniziale, il CHMP prepara un elenco di domande ( il giorno 120 ) da inviare alla ditta. Una volta che quest’ultima ha fornito le risposte alle domande poste, il CHMP le analizza e, prima di esprimere un parere, può sottoporre nuove domande alla ditta ( il giorno 180 ).
Dopo il parere del CHMP, occorrono generalmente circa due mesi prima che la Commissione europea rilasci l’autorizzazione.

In base all’esame dei dati e delle risposte fornite dalla società farmaceutica all’elenco di domande poste dal CHMP, al momento del ritiro della domanda il CHMP aveva alcuni dubbi ed era provvisoriamente del parere che Aquilda non potesse essere autorizzato per il trattamento dell’iponatriemia diluizionale euvolemica e ipervolemica.
Il dubbio principale del CHMP riguardava l’efficacia del medicinale. Il CHMP ha osservato che tutti gli studi avevano osservato gli effetti di Aquilda sui livelli ematici del sodio ma non i suoi effetti su parametri più importanti per il paziente, come il miglioramento dei sintomi.
Il CHMP ha inoltre osservato che la correzione dei livelli sodici nei pazienti con iponatriemia ipervolemica è di limitata utilità, a meno che non contribuisca a curare la malattia epatica o cardiaca di base.
Il Comitato temeva inoltre che non vi fossero dati sufficienti a dimostrare l’efficacia e la sicurezza del medicinale, dato l’esiguo numero di pazienti trattati e la durata insufficiente del trattamento cui erano stati sottoposti.
Inoltre, il Comitato aveva dubbi sulla possibile azione del Satavaptan sul cuore e sulla potenziale attività di alcuni suoi metaboliti ( ovvero i prodotti derivanti dalla sua degradazione nell’organismo ).
Pertanto, al momento del ritiro della domanda il CHMP era del parere che un beneficio di Aquilda non fosse stato sufficientemente dimostrato e che gli eventuali benefici non fossero superiori ai rischi individuati. ( Xagena_2008 )

Fonte: EMEA, 2008



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