Ivabradina nel trattamento dell'angina pectoris cronica


Corlentor trova indicazione nel trattamento sintomatico dell’angina pectoris stabile cronica ( dolore toracico, alla mandibola e alla schiena a seguito di uno sforzo fisico, a causa di problemi nell’afflusso del sangue al cuore ). Corlentor viene usato nei pazienti con normale ritmo sinusale che non possono essere trattati o che non tollerano la terapia con beta-bloccanti.

Corlentor è una compressa color salmone ( di forma oblunga da 5 mg, di forma triangolare da 7,5 mg ) da prendere per bocca. Il principio attivo è l’Ivabradina nei dosaggi da 5 e 7,5 mg.

Corlentor va preso per bocca durante i pasti due volte al giorno, al mattino e alla sera. La dose iniziale raccomandata è di 5 mg due volte al giorno. Nei pazienti di oltre 75 anni è possibile iniziare con una dose di 2.5 mg fino ad arrivare alla dose di 5 mg. Dopo 3-4 settimane di trattamento la dose può essere aumentata a 7.5 mg due volte al giorno, a seconda della risposta individuale.

I sintomi dell’angina ( dolore al torace, al braccio o alla mandibola ) sono dovuti ad un apporto insufficiente di sangue ossigenato al cuore. Nell’angina stabile cronica tali sintomi si manifestano durante uno sforzo fisico. Corlentor è un medicinale che riduce in modo selettivo la frequenza cardiaca. Il principio attivo contenuto nel medicinale, l’Ivabradina, agisce inibendo i canali lf, ovvero le cellule specializzate situate nel nodo del seno, il pacemaker naturale che controlla le contrazioni del cuore e regola la frequenza cardiaca. Quando i canali si bloccano, la frequenza cardiaca diminuisce, il cuore lavora di meno e richiede quindi una minore quantità di sangue ossigenato. Corlentor agisce quindi riducendo o prevenendo i sintomi dell’angina.

Corlentor è stato oggetto di quattro studi clinici della durata di 3 o 4 mesi che hanno coinvolto complessivamente 3.222 pazienti, 2.168 dei quali sono stati trattati con Corlentor. Il medicinale è stato confrontato con placebo, Atenololo ( Ternormin ) o Amlodipina ( Norvasc ).
Il farmaco è stato inoltre studiato quale trattamento aggiuntivo nei pazienti che assumevano contemporaneamente Amlodipina. L’efficacia è stata valutata principalmente tramite test fisici, volti ad esempio a misurare la quantità di movimento che il paziente poteva fare prima che insorgesse l’angina.

Corlentor è risultato significativamente migliore del placebo nell’aumentare la resistenza allo sforzo e altrettanto efficace dell’Atenololo e dell’Amlodipina. L’aggiunta di Corlentor alla terapia con Amlodipina non ha mostrato benefici aggiuntivi.

L’effetto collaterale più comune, ovvero comparso in oltre un paziente su 10, è costituito da fenomeni luminosi o fosfeni ( sensazione luminosa temporanea nel campo visivo ). Altri effetti collaterali sono visione sfocata, bradicardia, battito irregolare, mal di testa ( in genere durante il primo mese di trattamento ) e capogiri.

Corlentor non va usato nei pazienti che potrebbero essere ipersensibili ( allergici ) all’Ivabradina o ad uno qualsiasi degli altri componenti, nei pazienti con frequenza cardiaca a riposo inferiore a 60 battiti al minuto, nei pazienti con pressione del sangue molto bassa, nei pazienti affetti da varie cardiopatie ( shock cardiogeno, disturbi del ritmo cardiaco, attacco cardiaco, insufficienza cardiaca ), nei pazienti con gravi problemi al fegato e nelle pazienti in gravidanza o che allattano.

Il Comitato per i medicinali per uso umano ( CHMP ) ha concluso che Corlentor ha mostrato una sufficiente efficacia anti-angina e un profilo di sicurezza accettabile quale trattamento alternativo per i pazienti che soffrono di angina pectoris stabile cronica con ritmo sinusale normale che non possono essere trattati con betabloccanti.( Xagena_2006 )

Fonte: EMEA, 2006



Link: MedicinaNews.it

XagenaFarmaci_2006