Mucopolisaccaridosi di tipo I: Aldurazyme nel trattamento delle manifestazioni non-neurologiche
Aldurazyme, una soluzione per infusione ( fleboclisi ) che contiene il principio attivo Laronidasi, trova indicazione in pazienti con diagnosi confermata di mucopolisaccaridosi I ( MPS-I; carenza di alfa-L-iduronidasi), per il trattamento delle manifestazioni non-neurologiche della malattia.
La MPS-I è una malattia rara ereditaria in cui il livello di attività enzimatica di alfa-L-iduronidasi è molto inferiore al normale. Di conseguenza, non si ha la degradazione di certe sostanze ( glicosaminoglicani ), che vanno ad accumularsi nella maggior parte degli organi del corpo danneggiandoli.
Le manifestazioni non-neurologiche della MPS-I possono essere ingrossamento del fegato, rigidità delle articolazioni con conseguente difficoltà di movimento, diminuzione del volume polmonare, malattie cardiache e malattie oculari.
Poiché il numero di pazienti affetti da MPS è basso, la malattia è considerata rara e ad Aldurazyme è stata attribuita la qualifica di farmaco orfano.
La terapia con Aldurazyme deve avvenire sotto il controllo di un medico esperto nella gestione di pazienti con mucopolisaccaridosi I o altre malattie metaboliche ereditarie.
Aldurazyme deve essere somministrato in ospedali o cliniche in cui siano disponibili attrezzature per la rianimazione ed è possibile che prima dell’infusione debbano essere somministrati altri farmaci per prevenire reazioni allergiche.
Aldurazyme va somministrato una volta alla settimana come infusione endovenosa ed è indicato per la terapia di lungo termine.
Il principio attivo di Aldurazyme, Laronidasi, è una copia dell’enzima umano alfa-L-iduronidasi. È prodotto con un metodo noto come tecnologia del DNA ricombinante: l’enzima viene prodotto da una cellula nella quale è stato immesso un gene ( DNA ) che la rende capace di produrre Laronidasi, che è impiegata come terapia enzimatica sostitutiva, ovverosia sostituisce l’enzima mancante nei pazienti affetti da MPS I.
I sintomi dell’MPS I sono così controllati, con il conseguente miglioramento della qualità di vita dei pazienti.
Aldurazyme è stato confrontato con placebo in 45 pazienti dai 5 anni in avanti con diagnosi confermata di mucopolisaccaridosi I. La principale misura dell’efficacia è stata la capacità vitale forzata ( CVF, una misura dell’efficacia polmonare ) e la distanza che i pazienti possono percorrere camminando per 6 minuti. Tali valori sono stati misurati prima e dopo 26 settimane di terapia. Dopo di ciò lo studio è proseguito per un periodo massimo di 4 anni e tutti i pazienti sono stati trattati con Aldurazyme.
Aldurazyme è stato studiato in 20 bambini di età inferiore a 5 anni, cui è stato somministrato il farmaco per 1 anno. Lo studio verteva essenzialmente sulla sicurezza del medicinale, ma ha anche provveduto a misurare la sua capacità di ridurre i livelli di GAG ( glicosaminoglicani ) nell’urina e la dimensione del fegato.
Nelloo studio Aldurazyme ha migliorato sia la capacità vitale forzata che la capacità di camminare dei pazienti dopo 26 settimane; l’effetto si è mantenuto sino a 4 anni.
Nei bambini di età inferiore ai 5 anni, Aldurazyme ha ridotto i livelli di glicosaminoglicani nelle urine di circa il 60% e la metà dei bambini trattati ha presentato un fegato di dimensioni normali al termine dello studio.
La maggior parte degli effetti indesiderati osservati con Aldurazyme sono reazioni causate dall’infusione anziché dal medicinale stesso. Alcuni di essi sono gravi, ma il numero di effetti indesiderati tende a diminuire col tempo.
Gli effetti indesiderati più comuni con Aldurazyme osservati in pazienti di età superiore ai 5 anni ( più di 1 paziente su 10 ) sono cefalea, nausea, dolori addominali, eruzione cutanea, artropatia ( degenerazione delle articolazioni ), artralgia ( dolore delle articolazioni ), mal di schiena, dolore alle estremità ( mani e piedi ), vampate, piressia ( febbre ) e reazioni nella sede di infusione.
Nei pazienti di età inferiore ai 5 anni, gli effetti indesiderati più comuni sono aumento della pressione sanguigna, diminuzione della saturazione di ossigeno ( una misura dell’efficacia della funzione polmonare ), tachicardia ( aumento della frequenza dei battiti cardiaci ), piressia e brividi.
I pazienti che ricevono Aldurazyme spesso sviluppano anticorpi, ma non è ancora del tutto noto l’effetto che questi anticorpi possono avere sulla sicurezza e l’efficacia del farmaco.
Aldurazyme non deve essere somministrato a soggetti che potrebbero avere reazioni allergiche gravi ( quali una reazione anafilattica ) alla Laronidasi o ad altri eccipienti.
Il Comitato per i medicinali per uso umano ( CHMP ) ritiene che Aldurazyme permetta di controllare efficacemente i sintomi dell’MPS I. ( Xagena_2009 )
Fonte: EMEA, 2009
Link: MedicinaNews.it
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