I bifosfonati associati ad osteonecrosi della mandibola: questioni aperte


I bifosfonati sono inibitori dell’assorbimento osseo osteoclastico e trovano impiego nel trattamento dei disordini scheletrici come l’osteoporosi, la malattia di Paget, la malattia ossea metastatica, il mieloma multiplo e l’ipercalcemia nei pazienti con tumore metastatico.

I bifosfonati sono risultati associati ad osteonecrosi della mandibola.

Secondo i Ricercatori dell’Ospedale Universitario di Madrid, l’osteonecrosi della mandibola può essere attribuita al fatto che le ossa della mandibola presentano un turnover osseo più rapido ed inoltre sono a diretto contatto con l’ambiente settico. E’ stato dimostrato che i prodotti batterici aumentano il riassorbimento osseo e riducono la formazione ossea.

L’osteonecrosi della mandibola può rimanere asintomatica per settimane o mesi ed essere riconosciuta solo per la presenza di osso esposto nella cavità orale.

Prima che l’oncologo prescriva i bifosfonati, il paziente deve essere esaminato da un dentista. Qualora si ravvisi la necessità di procedure dentali invasive ( es. rimozione di un dente, terapia canalare, ed intervento chirurgico al periodonto ), la terapia con bifosfonati deve essere ritardata di almeno un mese e deve essere instaurato un trattamento con antibiotici a base di Penicillina ( qualora il soggetto sia allergico alla Penicillina, dovrebbe essere impiegata la terapia di combinazione con chinoloni e Metrodinazolo, perché la sola Clindamicina non debella Actinomycetes e Eikenella conodens, microrganismi che frequentemente colonizzano l’osso esposto.

Nei pazienti con osteonecrosi della mandibola accertata, può risultare di beneficio associare gli antibiotici all’intervento chirurgico di rimozione del tessuto devitalizzato.
L’obiettivo del trattamento è quello di prevenire un’infezione secondaria nei tessuti molli ed un’osteomielite.
E’ importante mantenere una buona igiene dentale, facendo anche uso di colluttori a base di Cloroexidina.

L’interruzione della terapia con bifosfonati al comparire dell’osteonecrosi della mandibola è tema controverso.

Per la sua struttura molecolare ( analoga a quella dei pirofosfati ), i bifosfonati si accumulano nella matrice ossea, pertanto permangono nell’organismo per molto tempo. La sospensione della somministrazione dei bifosfonati potrebbe produrre conseguenze peggiori, ad esempio l’ipercalcemia associata ai tumori o complicanze scheletriche nel tumore metastatico. ( Xagena_2007 )

Heras Rincon I et al, Med Oral Patol Oral Y Cir Bucal 2007; 12: E267-271



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