Daratumumab nel trattamento dell'amiloidosi da catene leggere e del mieloma multiplo
Daratumumab ( Darzalex ) in formulazione sottocutanea in combinazione con Bortezomib, Ciclofosfamide e Desametasone ( D-VCd ), per il trattamento di una rara malattia ematologica, amiloidosi da catene leggere ( AL ) di nuova diagnosi e, in combinazione con Pomalidomide e Desametasone ( D-Pd ), per il mieloma multiplo già precedentemente trattato.
Daratumumab è il primo anticorpo monoclonale anti-CD38 totalmente umano approvato per il trattamento del mieloma multiplo.
Amiloidosi AL
L’amiloidosi AL è una malattia ematologica che si associa spesso alla presenza di disordini plasmacellulari, in particolare di mieloma multiplo, e che conta ogni anno circa 800 nuovi casi in Italia.
La malattia è dovuta all’accumulo, nei tessuti e negli organi, di proteine in una forma tossica e insolubile, chiamata amiloide, che ne causa un danneggiamento.
I sintomi associati all'amiloidosi AL sono diversi e aspecifici. Questo può portare a un ritardo nella diagnosi, con il risultato che il trattamento viene iniziato quando lo stato di deterioramento della funzione dell'organo è già avanzato.
Data la difficoltà di diagnosticare la malattia tempestivamente, occorre una terapia che non sia solo efficace, ma anche rapida e ben tollerata, considerando anche la fragilità di questi pazienti.
Fino ad oggi, la terapia ha seguito quella standard del mieloma multiplo, ovvero trapianto di cellule staminali, per chi è eleggibile, o chemioterapia.
Daratumumab è la prima terapia per questa malattia.
Mieloma multiplo
Il mieloma multiplo è un tumore del sangue che ha origine nel midollo osseo ed è causato dalla proliferazione senza controllo delle plasmacellule.
Si tratta di una malattia che colpisce principalmente l’anziano: il 38% delle diagnosi riguarda persone di età superiore ai 70 anni e solo il 2% individui al di sotto dei 40 anni.
I sintomi risultano aspecifici, come il dolore osseo, soprattutto a livello della schiena, dell’anca e del costato, l’anemia e l’insufficienza renale, e frequentemente la diagnosi di mieloma avviene occasionalmente a seguito di esami eseguiti per altri motivi.
La disponibilità di nuovi farmaci in diverse combinazioni di trattamento ha cambiato l’approccio terapeutico, permettendo di orientare la scelta terapeutica di ciascun paziente non solo sulla base dell’efficacia, ma anche della tollerabilità e della via di somministrazione.
La combinazione Daratumumab, Pomalidomide e Desametasone offre una nuova opzione terapeutica per quei pazienti che sono andati incontro a una prima recidiva e sono risultati refrattari alla Lenalidomide, farmaco sempre più utilizzato nella prima linea di terapia del mieloma multiplo.
Tuttavia, i benefici non sono solo in termini di efficacia, ma anche di tollerabilità e logistica di somministrazione, grazie alla formulazione sottocutanea di Daratumumab che si adatta anche alle necessità di popolazioni di pazienti più anziani o più fragili che potrebbero avere maggiori difficoltà di accesso alle strutture.
Daratumumab
Daratumumab ha come bersaglio l’antigene CD38, una proteina espressa sulla superficie cellulare di una serie di neoplasie ematologiche, incluse le plasmacellule clonali del mieloma multiplo e dell’amiloidosi (AL), e ha una potente attività antitumorale. Induce, infatti, la morte delle cellule tumorali attraverso molteplici meccanismi d'azione immuno-mediati, tra cui la citotossicità complemento-dipendente ( CDC ), la citotossicità cellulo-mediata anticorpo-dipendente ( ADCC ) e la fagocitosi cellulare anticorpo-dipendente ( ADCP ), nonché attraverso il meccanismo di apoptosi.
L’efficacia e la sicurezza di Daratumumab sono state determinate in due studi di fase 3, randomizzati e in aperto: lo studio ANDROMEDA e lo studio APOLLO.
I risultati dello studio ANDROMEDA hanno dimostrato che i pazienti con amiloidosi AL di prima diagnosi, trattati con la formulazione sottocutanea di Daratumumab in combinazione con Bortezomib, Ciclofosfamide e Desametasone, hanno ottenuto un tasso di risposta ematologica completa significativamente più alto rispetto ai pazienti trattati con il solo regime VCd [ Bortezomib, Ciclofosfamide e Desametasone ].
Inoltre, la combinazione ha mostrato un profilo di sicurezza coerente con quello precedentemente osservato per ciascuno dei farmaci presi singolarmente.
I risultati dello studio APOLLO hanno mostrato che l'aggiunta di Daratumumab a Pomalidomide e Desametasone ( D-Pd) nel trattamento dei pazienti con mieloma multiplo precedentemente trattato ha ridotto significativamente il rischio di progressione o morte del 37%, rispetto al solo regime Pd [ Pomalidomide e Desametasone ].
La sopravvivenza libera da progressione mediana per il braccio D-Pd versus Pd è stata di 12,1 mesi contro 7mesi, rispettivamente.
I tassi di risposta sono stati significativamente più alti con D-Pd rispetto al solo Pd, compresi i tassi di risposta globale ( 69% contro 47% ), i tassi di risposta parziale molto buona ( VGPR ) o migliore ( 51% contro 21% ), il tasso di risposta completa ( CR ) ( 27% contro 6% ) e il profilo di sicurezza di D-Pd ha dimostrato di essere coerente con i profili noti di Daratumumab per via sottocutanea e Pd.
Fonte: Janssen, 2023
Xagena_Medicina_2023